Finalmente una notizia interessante. I nimby locali, nel loro programma politico, hanno bandito la caccia ai cinghiali, perché più ne vengono abbattuti, più si riproducono. Quindi le istituzioni cittadine dovrebbero vietare l’orrenda carneficina, che poi, sempre più spesso, dà luogo alla produzione di salami, prosciutti e salsicce. A fondamento del divieto di caccia dei cinghiali, infatti, c’è anche un’istanza etica e non solo ecologica, perché quegli animaletti, che talvolta superano il peso di un quintale, sono anch’essi parte del creato. Quindi sono nostri fratelli e i piatti succulenti che ne ricaviamo, in fondo, sono pasti cannibalici di cui non c’è da andare orgogliosi. Lo stato dell’umanità è deplorevole e hanno fatto bene a puntare l’attenzione sui degenerati costumi alimentari degli aretini.
Circa il fatto che i cinghiali si riproducano proporzionalmente agli abbattimenti, è del tutto evidente che ciò derivi dal carattere dispettoso e aggressivo di quegli animali, ma ciò può essere spiegato anche dall’etologia, la scienza che reca, nel nome stesso, lo studio di quell’istanza etica di cui abbiamo parlato. In fondo i cinghiali sono parenti stretti dei nostri maiali e, considerato un tale ceppo familiare, cosa potremmo aspettarci da essi in fatto di costumi sessuali? Considerate le informazioni scientifiche in loro possesso circa i vaccini, le scie chimiche, la configurazione della Terra (erroneamente considerata rotonda) e tanto altro, hanno studiato a fondo la questione. Non escludo neppure che si siano appostati tra i cespugli, per studiarne i comportamenti sessuali, certamente violando la privacy di quella specie, ma per nobili ragioni scientifiche. Una tale vocazione allo studio di quei temi, del resto, era già implicita nel nome stesso del loro leader, l’Elevato.
Alcuni di loro, poi, in passato hanno preso posizione contro i tapper, cioè coloro che stolidamente propugnavano la costruzione della Tap, che tanti danni ha comportato per quelle che un tempo erano le salubri spiagge pugliesi. Per non parlare della fiera opposizione alla Tav. Insomma una profonda e giustificata avversione verso tutti gli acronimi, monosillabici, che iniziano con la “T”.
Un amico che, mentre scrivo, sta compulsando un dizionario, mi fa osservare che i tapper, in realtà, sono i ballerini del Tip Tap. Ma anche questa è una sciocchezza che confonde le acque, perché è evidente a tutti come le rumorose scarpe di Fred Astaire e Ginger Rogers rovinino i pavimenti, oltre le caviglie di quei ballerini distruttori dell’ambiente.