La multinazionale del farmaco Catalent, ha avuto la brillante idea di acquistare nel 2020, lo stabilimento di Anagni da Bristol Myers Squibb, annunciando l’intenzione di installare qui, otto bioreattori per farmaci biologici. La tabella di marcia prevedeva un primo step con due bioreattori, che nei piani della multinazionale sarebbero dovuti risultare operativi da aprile 2023, a cui ne sarebbero seguiti altri sei.
E’ iniziato così il rimpallo delle autorizzazioni: sentito l’alto commissariato per la bonifica della valle del Sacco, sentita l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, che ha scritto al ministero della Transizione ecologica, che ha chiesto nuovi chiarimenti alla seconda, che non rispondeva forse in attesa della prima, i mesi passavano in attesa di una decisione che nessuno prendeva.
Alla fine la decisione l’ha presa la Catalent, annunciando di considerare chiusa la parentesi italiana e di aver deciso di spostare nel Regno Unito lo stabilimento, in cui avrebbero trovato lavoro un centinaio di ricercatori di livello alto e medio alto, che però possono sempre andare in Inghilterra!
I cento milioni di dollari previsti inizialmente per realizzare gli otto nuovi bioreattori molecolari finiranno nell’Oxfordshire, dove il colosso farmaceutico statunitense ha rilevato un impianto per produrre una serie di innovativi farmaci biologici e vaccini di ultima generazione.
Una situazione che rischia di produrre un effetto domino per altre aziende con mancati investimenti per lo sviluppo e la perdita di nuovi posti di lavoro.
Camilli (Unindustria): “Chiediamo con forza al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani di intervenire immediatamente per evitare altre Catalent sul nostro territorio nazionale. In un momento così difficile come quello che stiamo attraversando, un intervento sullo sblocco delle autorizzazioni ambientali sarebbe certamente un messaggio positivo per l’Italia. Ci sono cortei e contestazioni davanti ad una fabbrica che annuncia di chiudere. Non c’è mai nessuno davanti alle porte di un’azienda che rinuncia ad aprire”.
Zingaretti però è felice lo stesso: “Io sono ottimista perchè con Catalent si è avviato un proficuo rapporto e c’è un canale aperto che potrebbe portare a futuri investimenti”
E poiché in Italia un tavolo per parlare dello sviluppo che non c’è, non si nega mai a nessuno, eccolo pronto. Con la partecipazione di Cgil Roma e Lazio, Cisl Lazio, Uil Lazio e le categorie interessate Filctem Cgil Roma e Lazio, Femca CISL Lazio, Uiltec provinciale, Regione Lazio, il commissario straordinario per la bonifica della Valle del Sacco Lino Bonsignore e il capo di gabinetto del presidente della Regione Andrea Napoletano.
Ma ormai i buoi sono scappati e tanti saluti!
Non c’è dubbio che i burocrati che siedono nei loro seggioloni, non abbiano mai veramente lavorato, ciò non toglie tuttavia, che è il momento che lo stato metta nel conto la possibilità di licenziare non solo chi sbaglia, ma chi con la sua inoperosa lumacosità, continua a provocare ingenti danni alla nazione.